Da “L'UNIONE SARDA.it”
di STEFANO LENZA Martedì 31 agosto 2010
Sardegna, terra proibita ai nudisti:
troppo poche le spiagge a loro dedicate
La Sardegna ancorà tabù per i nudisti. I bagnanti insorgono ma ancora non esistono spazi riservati. L'unico eremo per i naturisti è nascosto tra le montagne di Orosei
Nudi in spiaggia ed è subito scandalo. Bagnanti in rivolta contro quella che, con stereotipo abusato, viene chiamata tintarella integrale . Quasi che il corpo fosse la perversa creazione di un Frankenstein pornografo e non opera del Creatore o frutto dell'evoluzione della specie. Oppure l'una e l'altro conciliando pensiero teologico e teorie di Charles Darwin, di questi tempi non proprio in auge tra gli integralisti religiosi, nonostante riposi in pace nell'abbazia londinese di Westminster.
PROTESTE DEI BAGNANTI L'ultima insurrezione contro il lato osceno, o presunto tale, di uomini e donne è avvenuta nelle spiagge dell'Oristanese, dove perfino otto signore in topless hanno provocato l'arrivo dei vigili urbani. Chiamati da chi riteneva leso il cosiddetto comune senso del pudore dalla vista del seno, cui tutti ci siamo attaccati: Almeno a quello materno.
Star nudi non è un reato. Per il codice penale, però, lo sono gli atti contrari alla pubblica decenza che possono essere tutto e il contrario di tutto in base a quel che nel corso del tempo ha stabilito la Corte di Cassazione. «Io trovo più indecente un filo di stoffa nascosto tra le natiche che l'assenza del costume», osserva Antonio Scarpitti, presidente dell'Uni Sardegna, sezione dell'associazione nazionale cui aderiscono una sessantina di naturisti isolani.
NATURISMO, STILE DI VITA La definizione non è un dettaglio. Il naturismo è qualcosa di più dello star nudi: una scelta di vita segnata da un particolare rapporto tra la mente, il corpo e l'ambiente. In Europa è condivisa da circa sette milioni di persone di tutte le età. Accolte a braccia aperte (in un migliaio di campeggi o villaggi) un po' ovunque ma soprattutto in Francia, particolarmente in Corsica, in Croazia e in Spagna dove, in molte spiagge, naturisti e no convivono in perfetta armonia. Non così in Italia. «Da anni chiediamo inutilmente una legge che faccia chiarezza e consenta la creazione di aree dove stare tranquilli», ricorda Scarpitti.
SARDEGNA VIETATA L'unica oasi naturista dell'Isola è il campeggio "Le Peonie", a Monteviore, lungo la 125 a pochi chilometri da Dorgali. Quattro ettari di verde tra i monti Tiscali e Oddeu. Sulla carta geografica è allineato a Cala Luna ma il mare non è vicinissimo e il tratto di costa meno distante è quello di Cala Gonone. Se non si ha voglia di percorrere qualche chilometro in auto, per il bagno bisogna quindi accontentarsi della piscina. È un camping ma anche un club privato cui sono ammessi solo gli iscritti alle associazioni naturiste. Fino alla scorsa estate, era disponibile anche un piccolo spazio nel campeggio "Baia Saraceno" di Palau. «Nonostante le tante richieste, soprattutto di tedeschi, quest'anno lo abbiamo abolito dopo una serie di problemi con gente che non si comportava bene», spiegano i gestori. Pare che qualcuno abbia molestato delle signore. Il che non ha nulla a che vedere con il naturismo ma col gallismo più becero, esercizio deteriore di cattiva educazione segnato dalla goffa applicazione di ridicole, se non offensive, tecniche di abbordaggio.
ARBUS CI RIPENSA? Sul turismo naturista ha deciso di investire il Comune di Arbus. O meglio, aveva deciso la precedente giunta di centrosinistra guidata da Mondo Angius con il varo del Piano di utilizzo del litorale. Alla guida del Municipio c'è ora il sindaco Franco Atzori espresso da una lista civica «dove coesistono - premette - diverse sensibilità». Decifrando con il codice del politichese: non tutti condividono l'idea di accogliere signori e signore che in vacanza amano fare a meno del vestiario. «Più che un progetto, quella dei precedenti amministratori - sostiene Atzori - era una bozza di idea. Noi non abbiamo posizioni preconcette e rispettiamo la cultura naturista. Si può pensare di riservare loro una zona ma non è una priorità. Un po' come l'Area marina protetta che la Provincia intende realizzare. Personalmente ritengo sbagliato introdurre nuovi vincoli e divieti prima di far decollare un vero sviluppo. Oggi a noi manca tutto: strade, alberghi e infrastrutture di ogni genere. Prima che ai naturisti, bisogna pensare a tutti gli altri turisti». Questione di punti di vista. Resta il fatto che partendo dal nulla è più facile accontentare chi vuol stare a contatto con la natura e non pretende hotel a cinque stelle. Nel frattempo resta il deserto. Ad Arbus e non solo. Almeno per i naturisti.[i]